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TESTIMONIANZE,

ERMANNO RIPAMONTI.

MILANO VI

Ogni epoca

di Ermanno Ripamonti



OGNI EPOCA, NEI DIVERSI LUOGHI…
 Ogni epoca, nei diversi luoghi della Terra, ha avuto ed ha urgenze educative secondo le quali dovrebbero essere orientati tanto la vita politica quanto l’impegno educativo.
Ovviamente bisognerebbe prima di tutto riconoscere che vi sono una o più urgenze e non comportarsi come se non vi fossero, anche quando sono avvertite con oggettività più o meno acuta, evitando di comportarsi secondo ricordi, più o meno lucidi o nostalgici, o avveniristiche supposizioni o desideri o disegni dettati dall’appartenenza a “scuderie”.
Da qui le caratteristiche di una cultura come quella nostra attuale occidentale, e in essa anche quella italiana, dai contenuti estremamente deboli (adesione a mode e stereotipi di pensiero debole), di grande assenza del senso della storia che trascinano con sé la caduta del senso della riconoscenza oltre ad essere causa di mancanza di economia sul piano progettuale perché chi decide ha la convinzione di essere sempre l’iniziatore, lo scopritore, di essere sempre all’anno zero. Verrebbe da parafrasare, modificandone i termini, il famoso motto attribuito a Luigi XV, re di Francia (“Après moi le déluge”: dopo di me il diluvio) in “Avant moi le déluge”: prima di me il diluvio, il nulla: Io sono l’inventore di tutto.
Ne sono un esempio evidente le cosiddette riforme di Ministri, e dei loro consiglieri “tecnici” che li espongono spesso a magre figure fra i veri addetti ai lavori, impegnati a segnare in questo modo il tempo e il territorio (fortunatamente con modalità diverse da quelle in uso per questi fini dai cani ed altri mammiferi!) con l’induzione di cambiamenti di strutture già a suo tempo cambiate in modo più originale ed intelligente, magari decenni prima. Il vecchio diventa nuovo, perché non si sa che già da tempo esisteva, anche se nel tempo, attenuatosi, accomodatosi, e viene presentato come nuovo.
(Si vedano i casi dei tesserini o “badges” identificativi dei pubblici dipendenti, le visite mediche fiscali… inventati dal Ministro Brunetta o il portfoglio del Ministro Brichetto (che in ossequio a moderna interpretazione dell’orgoglio femminile preferisce farsi chiamare con il più noto nome del marito: Moratti) o il rigorismo supposto meritocratico e la valutazione decimologica del Ministro Gelmini, tanto per citare un’esigua (!) quantità di riforme in un oceano di “innovazioni” pubblicizzate come tali).
Questa ignoranza storica è globale, impedisce di vedere perniciosi germi di un passato che subdolamente ritorna, presentato come luminosa e promettente novità e colpisce gruppi, associazioni, movimenti, sindacati, partiti e parti consistenti e con responsabilità di governo di Chiese (1). Colpisce, tale ignoranza, anche Paesi e culture provocando reazioni abnormi a fatti gravissimi: sono esemplari le reazioni degli U.S.A. al bombardamento di uno stabilimento della Coca Cola da parte dei Talebani e la quasi indifferenza, in tempi e con modalità analoghi, all’abbattimento del tesoro archeologico delle statue colossali dei Budda di Bamiyan nel 2001!
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Note a margine
Le chiese nel loro insieme, anche se le Gerarchie, se non altro per i livelli di istruzione posseduti, ben conoscono la storia che forse a volte viene “piegata” a ragioni di Stato o di Magistero. Il che può essere maggiormente censurabile perchè non è scusabile per ignoranza storica e sottintende un’evidente intenzionalità. 



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